L'odio contro Mimmo e il buono del mondo - articolo di Giorgio Pagano
Sull’accoglienza ai migranti si svolge spesso un immondo business della speculazione, soprattutto nei grandi centri gestiti dai privati per conto dello Stato, o anche in quelli gestiti direttamente dallo Stato. Un altro scandalo è quello dell’abbandono a cui i migranti sono condannati quando non viene concessa loro alcuna protezione internazionale, e quindi il diritto di soggiorno. I migranti diventano dei disperati dediti all’accattonaggio o alla delinquenza, alla prostituzione o, nella migliore delle ipotesi, a un lavoro nero sottopagato.
In entrambi i casi -accoglienza nei grandi centri e abbandono- la popolazione italiana non ha modo di conoscere i migranti e di condividere con loro esperienze e progetti. E’ chiaro, allora, che subentra la paura per il diverso.
Sono, questi, modelli di disintegrazione sociale, a cui è possibile opporre un modello alternativo: microstrutture diffuse sul territorio, umane, più attente ai bisogni dei migranti e soprattutto capaci di fare incontrare migranti e popolazione locale. E’ quello che è successo a Riace e in molte altre esperienze che hanno puntato sull’inclusione dello “straniero”.
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