FATTI DI LIGURIA - Noi e il Camerun: un piccolo bandolo per un problema enorme - Una iniziativa di Januaforum Aps - Condividila e sostienila

15.04.2021 16:43

Come in altri Paesi africani, anche in Camerun il Covid-19 ha aggravato un quadro già di per sé drammatico per la popolazione, in particolare per gli sfollati delle due regioni anglofone a Sud-Ovest e Nord-Ovest del Paese. Dalla fine del 2016 si sono rafforzate le istanze dei nazionalisti delle due regioni, fino alla richiesta di secessione dal Camerun: da allora la spirale di violenza, quella separatista e quella dell’esercito governativo che la reprime, si abbatte anche sui civili.  Entrambe le parti continuano a uccidere, a torturare, a distruggere villaggi.

Alle centinaia di migliaia di sfollati di queste regioni vanno aggiunti altri sfollati interni, vittime degli attacchi del gruppo terrorista jihadista Boko Haram nella parte Nord del Paese, confinante con la Nigeria, e i rifugiati stranieri, principalmente dalle vicine Repubblica Centrafricana e Nigeria. In tutto oltre un milione di sfollati, in un Paese di 25 milioni di abitanti.

Nel Camerun l’Indice di Sviluppo Umano si posizionava già prima dell’emergenza sanitaria alla 150esima posizione su 189. Ora tutto è più grave ancora a causa dei contraccolpi della pandemia, non solo sanitari ma anche economici e sociali: le restrizioni hanno infatti reso drammatica la situazione dell’economia informale, cioè delle persone che vivono di lavoretti alla giornata.

Dopo 39 anni di potere indiscusso il Presidente Paul Biya, 88 anni, appare del tutto inadeguato a fronteggiare la tragedia in atto. Ma, nonostante tutto, c’è una società civile che non si arrende. E che trova supporto in un’Italia che resta “estroversa” e umana.

Un piccolo ma significativo esempio è quello dell’azienda che produce pannelli fotovoltaici promossa nel 2017 da Bolivie Wakam, laureato in Ingegneria all’Università di Savona, rientrato in Camerun dopo gli studi. Wakam ha anche promosso, insieme a diversi altri professionisti, l’associazione di cooperazione internazionale Universo, che lavora costantemente in partnership con Januaforum, l’associazione dei cooperanti liguri.

Universo sta illuminando, da inizio marzo, le case di 200 famiglie in una zona rurale del Paese, priva di energia elettrica. E lo sta facendo in modo sostenibile: con l’energia solare, a un prezzo di 50 euro per ogni abitazione. Il kit comprende un pannello, una batteria, tre lampadine, un posto per caricare il telefono e un regolatore. L’elettrificazione di tre stanze ha un forte impatto positivo: dà la possibilità ai bambini di studiare la sera, riduce le malattie causate dalle lampade a petrolio, consente di avviare attività economiche… Il progetto è realizzato anche da giovani studenti, che sono stati appositamente formati in un corso organizzato con il Comune.

Il progetto sta riguardando il villaggio di Bayangam. Potrà continuare in altre zone rurali prive di energia solo con la raccolta fondi, in cui anche Januaforum è impegnata: l’obiettivo è raccogliere 15 mila euro, per illuminare 3 mila abitazioni

Ecco il riferimento bancario per una donazione a sostegno di una famiglia:

IBAN IT36J0501801400000016930083

Intestato a: Januaforum ApS

Causale: Progetto "Illumina l'Africa - Luce per una famiglia".

Giorgio Pagano - Componente del Consiglio Direttivo di Januaforum

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Articolo ripreso da

la Voce del Circolo Pertini (vocecircolopertini@gmail.com).

 

 

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