Tre anni fa iniziavamo il progetto europeo DevReporter Network con l’obiettivo di creare una rete di giornalisti e professionisti della comunicazione per migliorare l’informazione internazionale relativa alla cooperazione e allo sviluppo. In questo periodo, abbiamo anche costruito alleanze con le università e le amministrazioni pubbliche. In Piemonte, Catalogna e Rhône-Alpes abbiamo lavorato insieme, organizzando corsi di formazione, seminari regionali e incontri internazionali. Inoltre, tramite spazi virtuali, abbiamo condiviso iniziative interessanti e articoli di riflessione in merito alla copertura delle notizie e alle campagne di comunicazione.

Più di 1.400 giornalisti, 1.100 attori della solidarietà e 763 studenti hanno partecipato alle numerose attività del progetto DevReporter Network.

 

Per iniziare a costruire la rete era necessario conoscere la situazione iniziale, e per questo motivo sono state realizzate e messe a confronto delle ricerche in ognuna delle tre regioni. Studi sui media e sulla comunicazione delle organizzazioni, che fecero emergere sia differenze che punti comuni. Nel corso di questi anni, è stato quindi svolto un monitoraggio delle notizie per documentare se ci fossero cambiamenti nell’elaborazione delle informazioni. In generale si può affermare che l’informazione sullo sviluppo e la cooperazione sia migliorata, specialmente grazie ai giornalisti che hanno conosciuto o partecipato al progetto.

Le discussioni e il dialogo sviluppatesi in questi anni, per l’elaborazione di un Vademecum e durante i seminari internazionali hanno permesso di approfondire alcuni dibattiti centrali, come ad esempio il pericolo della “ONGizzazione” dell’informazione internazionale, le differenze tra comunicazione istituzionale e cronaca, o le difficoltà delle piccole Ong di raggiungere i grandi mezzi di informazione.

Il Forum Internazionale tenutosi a Barcellona il 4 e 5 febbraio 2016, ha dedicato uno spazio alla valutazione del progetto da parte dei partecipanti, in gruppi. Non solo per rilevare i punti di forza e di debolezza di DevReporter, ma anche per disegnare le sfide future. Molti partecipanti hanno apprezzato la creazione di uno spazio di scambio e apprendimento tra ONG e giornalisti, che ha favorito la conoscenza reciproca e, di conseguenza, ha contribuito a creare un rapporto di maggiore fiducia. Ancora, si è preso atto delle difficoltà di comunicazione tra le tre regioni, soprattutto a causa della diversità linguistica, ma anche della diversità dei contesti. Il rapporto con i giornalisti del sud non è stato facile. Per questo motivo, alcuni partecipanti hanno sottolineato la necessità di rafforzare le relazioni internazionali e includere maggiormente i giornalisti del sud nello sviluppo del Premio DevReporter. Questa è stata una delle attività più apprezzate dai membri della rete, con un consenso assoluto sulla possibilità di continuarla, se possibile con più fondi. Infine, il Vademecum è stata l’altra attività più apprezzata, ma ci si è posti domande su come valorizzarla e dare un seguito alla sua attuazione.

 

Ecco alcuni dei principali risultati di questi tre anni:

Formazioni:
Strategie di comunicazione, social networks e nuovi format sono alcuni degli argomenti su cui si sono concentrate le numerose formazioni sviluppate in Catalogna, Rhône-Alpes e Piemonte. In questi tre anni, hanno partecipato alle sessioni formative 661 giornalisti e 1.044 membri di ONG e attori della solidarietà internazionale.

 

 

Università:
Le università hanno svolto un ruolo chiave nel progetto, in qualità di partner strategici della rete. Inizialmente, i ricercatori hanno condotto gli studi sul panorama dei media in ogni regione e sulla situazione della comunicazione delle organizzazioni. Hanno anche collaborato per l’organizzazione di formazioni specifiche sulle tecniche della comunicazione, cui hanno partecipato un totale di 763 studenti di giornalismo. Pertanto, il progetto ha favorito una forte alleanza con le Facoltà di Comunicazione dell’Università Autonoma di Barcellona, ​​l’Università di Torino e Lione 2, così come con Istituto Universitario di Sviluppo Sociale e della Pace (Università Jaume I).

 

Scambi:
Seminari, convegni e workshop sono stati occasioni di dialogo tra i giornalisti e i comunicatori degli attori di cooperazione a livello regionale e interregionale. Hanno permesso di approfondire le ricerche svolte su ogni territorio e quindi di individuare passi da seguire per migliorare l’informazione sui media e la comunicazione delle Ong. Ai convegni internazionali (Lione, Torino, Barcellona e uno in Burkina Faso) hanno partecipato 520 persone e 70 hanno anche partecipato a un Atelier internazionale a cui hanno partecipato giornalisti del sud. A livello regionale sono stati sempre attivi i Gruppi di Lavoro Regionali per discutere le tematiche chiave del progetto.

Vademecum:
Nell’ambito del progetto, si è raggiungo un consenso su 10 principi per una informazione internazionale responsabile, che interpellano sia i giornalisti che le organizzazioni della cooperazione. Nella preparazione del documento hanno partecipato 216 giornalisti e 81 membri di ONG e si è diffuso tra un gran numero di enti, associazioni di giornalisti e coordinamenti.

 

Borse di studio:
Questa attività ha dato grande visibilità al progetto e ha permesso la collaborazione fattiva tra giornalisti e ONG per la messa in pratica di quei criteri giornalistici e comunicativi fondanti del progetto, e inclusi nel Vademecum. In totale sono stati finanziati 18 reportages, 6 per regione, su un totale di 86 progetti presentati. In occasione del Forum Internazionale finale, sono stati assegnati i premi ai tre migliori reportages selezionati da una giuria internazionale e al reportage più votato dal pubblico, attraverso un voto popolare.

 

Con uno sguardo al futuro, i partecipanti di DevReporter hanno espresso la necessità dimigliorare lo scambio interregionale, attraverso l’aumento degli incontri e il coinvolgimento di giornalisti del sud. Hanno anche espresso l’importanza dellaformazione, la necessità di consolidare il Premio e ampliare la partecipazione tanto dei giornalisti quanto delle università e delle amministrazioni pubbliche. Inoltre, si è sottolineata l’importanza della continuità e del mantenimento degli strumenti virtualiattivati, come il sito e i blog regionali (e lo faremo), grazie ai quali abbiamo cercato di incoraggiare la riflessione su come condurre un giornalismo che ci aiuti a comprendere il mondo nella sua complessità, e come migliorare la comunicazione sulla cooperazione e lo sviluppo. Siamo convinti che ci sarà una seconda fase del progetto, per poter continuare a lavorare con tutti voi.